Ansia: un sostantivo inflazionato?

(In calce all’articolo trovi il video relativo).

Immagina di andar incontro ad una situazione nuova, mai affrontata prima: un colloquio con qualcuno che vedi per la prima volta, l’ingresso in un ambiente da te ancora inesplorato (con le sue dinamiche sconosciute).
Stai per entrare in un nuovo contesto e quando sei lì, in quell’istante, tendi forse ad identificare il tuo stato d’animo come «ansia»: questa etichetta può da un lato essere utile poiché definisce quella tua sensazione interiore, ma al contempo non alleggerisce più di tanto il carico che stai portando in te.
«Ansia» è di per se un sostantivo parecchio pesante, non trovi? Difficile quindi possa «alleggerire».
Quanto ti propongo oggi è un cambio di prospettiva: e se quello stato d’animo fosse qualcos’altro, diverso dall’ansia e del tutto normale, fisiologico?
Nel momento in cui entri in contatto con qualcosa di nuovo è in fondo umanamente comprensibile vi sia, da parte tua, maggiore attenzione a quanto sta accadendo: stai per incontrare circostanze nuove, ti stai sintonizzando su nuove frequenze e ciò richiede, di suo, una maggiore concentrazione (forse anche un briciolo di tensione?).


A proposito di sintonizzarsi su nuove frequenze, ricordi quelle radio anni ottanta? Quanta concentrazione ti era richiesta per metterti esattamente sulle frequenze giuste, senza rumori o disturbi di fondo?

A proposito di sintonizzarsi su nuove frequenze, ricordi quelle radio anni ottanta?
Quanta concentrazione ti era richiesta per metterti esattamente sulle frequenze giuste, senza rumori o disturbi di fondo?
Quanto attenta era la tua mano, nella ricerca?
Lo sforzo di quella concentrazione, da reggere in fondo per pochi istanti, lo avresti chiamato ansia o forse era solo una maggiore attenzione, utile a sintonizzarti sulla frequenza giusta per gustarti il tuo programma radiofonico preferito senza brusii di fondo?
Detta così è un qualcosa che suona bene, non trovi? Molto probabilmente meglio di «ansia».

Può esser accada qualcosa di molto simile, quando stai per incontrare una situazione come quelle di cui in apertura di articolo?
Come nell’esempio della radio, alzi il tuo livello di concentrazione per ricercare con attenzione la frequenza dell’incontro che sta per aver luogo (e quel maggior livello di concentrazione ha una sua durata limitata, poiché sparisce non appena trovata la frequenza giusta).
Se l’esempio ti risuona, portalo con te: quella sensazione interiore nell’approcciare una situazione nuova non la chiamo più ansia, se sento possa in fondo essere qualcos’altro (e, nello specifico, qualcosa di assai più piacevole).
È la ricerca della sintonia.
È maggior concentrazione, forse anche con un po’ di tensione, per trovare il punto in cui le frequenze hanno la massima intensità, senza disturbi di fondo (e godere appieno, così, di quell’incontro).

 

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